Quest’estate abbiamo fatto la prima vacanza “vera” (due settimane) in tenda, preceduta da un paio di weekend lunghi, per provare. E’ stata una delle più belle vacanze della mia vita. Lo dice una che fino a poco tempo fa bramava la vacanza all inclusive, o almeno con la mezza pensione e ad andare in tenda non ci pensava proprio, con grande dispiacere del proprio marito, campeggiatore sin da piccolo.
Da quando sono nati i figli, abbiamo testato varie tipologie di vacanze (appartamento, B&B, hotel) dalle quali si tornava sempre non completamente soddisfatti e rigenerati, allora ho deciso di assecondare la natura campeggiosa del consorte – nonché l’indole curiosa e vivace della prole - cedendo alla vacanza in tenda. Della serie: se non puoi batterli, unisciti a loro.
Decisivo è stato anche capitare, casualmente, in questo forum quando all’epoca cercavo info sui bungalow all’isola d’Elba; incuriosita da racconti, consigli e pareri di tendaroli navigati, un mondo a me sconosciuto, sono andata a vedere gli album… e ho visto le foto dei bimbi di uno di voi … dei bimbi felici, entusiasti, che gustavano con leggerezza e libertà una vacanza all’aria aperta insieme a papà e mamma. Il tarlo ha cominciato a rodermi: perché privare i miei bimbi di questa esperienza?
Memore di precedenti esperienze in tenda dagli esiti non entusiasmanti e consapevole di quelli che siamo (mio marito partirebbe con una busta di plastica con dentro solo mutande e spazzolino da denti, io tengo i copri water usa e getta nel cruscotto dell’automobile, stile Furio di Carlo Verdone) mi sono preparata bene sul versante attrezzature – e qui il forum è stato prezioso- anche perché con un’auto piccola e due bambini al seguito si è dovuto valutare bene cosa portare e come farlo entrare nel bagagliaio. Diciamo che io sono stata brava a trovare cose che occupassero poco spazio (tipo le bacinelle chiudibili per lavare i piatti), lui è stato un genio del tetris.
Ho imparato che il campeggio richiede organizzazione e spirito di adattamento e che i due aspetti si contemperano… se sei carente in uno, bisogna che supplisci con l’altro. L’optimum sarebbe creare un equilibrio, oltre che interno a se stessi, anche col partner con cui si viaggia, altrimenti il campeggio come nuova esperienza rischia di essere un flop.
Va detto che in questa vacanza (nel sud della Corsica) siamo stati anche fortunati: il tempo è stato buono, il posto era bello, per fortuna ci siamo risparmiati sia la ressa agostana, che l’afa patita sino alla partenza; il campeggio era del tipo che piaceva/serviva a noi, ovvero semplice ed a contatto con la natura, inoltre nel corso dei giorni abbiamo conosciuto delle famiglie con cui ci siamo trovati in sintonia e questo ha reso ancora più piacevole la vacanza.
Va anche detto che ora entrambi i nostri bimbi, essendo cresciuti, hanno raggiunto un minimo di autonomia e gestirli è risultato meno impegnativo, rispetto agli anni precedenti.
Detto questo, io, la sognatrice del buffet no limits e della spiaggia attrezzata, in tenda me la sono proprio goduta: di notte nanna nel silenzio, la mattina colazione en plein air, poi arrivava qualche amichetto e, giusto il tempo di mettere il costumino ai figli, questi se ne andavano a giocare liberi, beati e soddisfatti…mentre noi decidevamo con calma cosa fare. A giorni alterni facevamo un’uscita con pranzo al sacco ed ombrellone al seguito (là dove eravamo quasi tute le spiagge non avevano alcun tipo di servizio), seguita da un giorno di relax in campeggio, dove avevamo una bella piazzola sotto gli alberi, e sortita alla spiaggia più vicina (peraltro col mare bellissimo..). Abbiamo anche visitato un paio di siti preistorici nell’entroterra e la città di Bonifacio, dove ho praticato un minimo di shopping compulsivo che tanto mi gratifica quanto fa inorridire mio marito. E’ stato un soggiorno ben dosato, tra riposo e visione di posti nuovi.
Dormire in mezzo alla natura ci ha ritemprati: noi viviamo in città, in una zona piuttosto trafficata ed è stata davvero una vacanza rigenerante. La sera, poi, era uno spettacolo ammirare le stelle, che si vedevano nitidamente, dato che il campeggio non aveva alcuna illuminazione nei vialetti. Gli animali, dagli insetti ai cinghiali che di notte a volte giravano, erano parte dell’ambiente in cui ci trovavamo e non un problema… detto da una a cui fanno schifo i ragni e i vermi.
L’atmosfera in campeggio, o per meglio dire in questa tipologia di campeggio, si è rivelata davvero piacevole: le persone erano rilassate, ci si approcciava in modo garbato ed era fare due chiacchiere in compagnia. L'ultima sera, abbiamo cenato insieme ad altre due famiglie, in piazzola. A mio avviso, c’era più interazione e disponibilità all’incontro, rispetto ad altre situazioni in cui mi sono trovata in passato e questa cosa mi è piaciuta. L’altro lato della medaglia è che ci può essere meno privacy, ma a noi non ha pesato minimamente.
Uno dei punti interrogativi più grandi, per una neofita, era l’utilizzo dei bagni in comune per un periodo prolungato: sarebbe stato fastidioso? Premesso che i bagni sporchi non piacciono a nessuno, nel nostro caso non è andata male e per quanto mi riguarda, il fatto di non avere il bagno in camera non è stato fastidioso. Ho ovviato alla innata abilità di scordarmi sempre le cose essenziali in tenda (tipo la carta igienica o lo spazzolino da denti) ficcando tutto in una borsa di plastica che portavo ogni volta con me al blocco servizi. Coi bambini abbiamo usato pure i tanto dileggiati copri water. Anche andare a lavare i piatti…in compagnia mi è piaciuto: l’ho trovato rilassante. Così come la passeggiatina per arrivare ai servizi.
Insomma, non è stata solo una pausa dal lavoro, è stata anche un’esperienza stimolante, che mi ha rimesso positivamente in discussione: chi ha fatto campeggio in tenda da bambino, con la famiglia, ha ovviamente familiarità con questo mondo e col modo opportuno di fare le cose, in questo contesto; chi manca di questa esperienza deve partire da zero. Devo senz’altro ammettere che avere accanto un ex baby campeggiatore, con oltretutto un’indole pratica, una buona manualità e spirito di iniziativa, è stato decisivo: non so quanto sarei andata lontano, io da sola con le mie bacinelle chiudibili e la mia inventiva zero davanti ad un fornelletto da campeggio.
Adesso siamo tornati da poco, mio marito lo vedo soddisfatto della vacanza come mai finora e già sto sognando dove andremo in tenda l’anno prossimo! Se il tempo lo consente, prima della fine dell’estate faremo una mini uscita in qualche posto non lontano da casa. Insomma, è nata una nuova famiglia di campeggiatori, e ne siamo tutti felici...beh, i miei figli pensavo lo sarebbero stati di più: dopo questa vacanza, a loro piacerebbe la casetta di legno (leggi bungalow) o il camper (cioè il Westfalia di una famiglia con cui abbiamo fatto amicizia): il giusto contrappasso, dopo la mia conversione a “tendarola”.
Un saluto e un ringraziamento a tutti voi del forum; è qui che ho letto: “In campeggio le manie lasciano lo spazio alla libertà”.
Da quando sono nati i figli, abbiamo testato varie tipologie di vacanze (appartamento, B&B, hotel) dalle quali si tornava sempre non completamente soddisfatti e rigenerati, allora ho deciso di assecondare la natura campeggiosa del consorte – nonché l’indole curiosa e vivace della prole - cedendo alla vacanza in tenda. Della serie: se non puoi batterli, unisciti a loro.
Decisivo è stato anche capitare, casualmente, in questo forum quando all’epoca cercavo info sui bungalow all’isola d’Elba; incuriosita da racconti, consigli e pareri di tendaroli navigati, un mondo a me sconosciuto, sono andata a vedere gli album… e ho visto le foto dei bimbi di uno di voi … dei bimbi felici, entusiasti, che gustavano con leggerezza e libertà una vacanza all’aria aperta insieme a papà e mamma. Il tarlo ha cominciato a rodermi: perché privare i miei bimbi di questa esperienza?
Memore di precedenti esperienze in tenda dagli esiti non entusiasmanti e consapevole di quelli che siamo (mio marito partirebbe con una busta di plastica con dentro solo mutande e spazzolino da denti, io tengo i copri water usa e getta nel cruscotto dell’automobile, stile Furio di Carlo Verdone) mi sono preparata bene sul versante attrezzature – e qui il forum è stato prezioso- anche perché con un’auto piccola e due bambini al seguito si è dovuto valutare bene cosa portare e come farlo entrare nel bagagliaio. Diciamo che io sono stata brava a trovare cose che occupassero poco spazio (tipo le bacinelle chiudibili per lavare i piatti), lui è stato un genio del tetris.
Ho imparato che il campeggio richiede organizzazione e spirito di adattamento e che i due aspetti si contemperano… se sei carente in uno, bisogna che supplisci con l’altro. L’optimum sarebbe creare un equilibrio, oltre che interno a se stessi, anche col partner con cui si viaggia, altrimenti il campeggio come nuova esperienza rischia di essere un flop.
Va detto che in questa vacanza (nel sud della Corsica) siamo stati anche fortunati: il tempo è stato buono, il posto era bello, per fortuna ci siamo risparmiati sia la ressa agostana, che l’afa patita sino alla partenza; il campeggio era del tipo che piaceva/serviva a noi, ovvero semplice ed a contatto con la natura, inoltre nel corso dei giorni abbiamo conosciuto delle famiglie con cui ci siamo trovati in sintonia e questo ha reso ancora più piacevole la vacanza.
Va anche detto che ora entrambi i nostri bimbi, essendo cresciuti, hanno raggiunto un minimo di autonomia e gestirli è risultato meno impegnativo, rispetto agli anni precedenti.
Detto questo, io, la sognatrice del buffet no limits e della spiaggia attrezzata, in tenda me la sono proprio goduta: di notte nanna nel silenzio, la mattina colazione en plein air, poi arrivava qualche amichetto e, giusto il tempo di mettere il costumino ai figli, questi se ne andavano a giocare liberi, beati e soddisfatti…mentre noi decidevamo con calma cosa fare. A giorni alterni facevamo un’uscita con pranzo al sacco ed ombrellone al seguito (là dove eravamo quasi tute le spiagge non avevano alcun tipo di servizio), seguita da un giorno di relax in campeggio, dove avevamo una bella piazzola sotto gli alberi, e sortita alla spiaggia più vicina (peraltro col mare bellissimo..). Abbiamo anche visitato un paio di siti preistorici nell’entroterra e la città di Bonifacio, dove ho praticato un minimo di shopping compulsivo che tanto mi gratifica quanto fa inorridire mio marito. E’ stato un soggiorno ben dosato, tra riposo e visione di posti nuovi.
Dormire in mezzo alla natura ci ha ritemprati: noi viviamo in città, in una zona piuttosto trafficata ed è stata davvero una vacanza rigenerante. La sera, poi, era uno spettacolo ammirare le stelle, che si vedevano nitidamente, dato che il campeggio non aveva alcuna illuminazione nei vialetti. Gli animali, dagli insetti ai cinghiali che di notte a volte giravano, erano parte dell’ambiente in cui ci trovavamo e non un problema… detto da una a cui fanno schifo i ragni e i vermi.
L’atmosfera in campeggio, o per meglio dire in questa tipologia di campeggio, si è rivelata davvero piacevole: le persone erano rilassate, ci si approcciava in modo garbato ed era fare due chiacchiere in compagnia. L'ultima sera, abbiamo cenato insieme ad altre due famiglie, in piazzola. A mio avviso, c’era più interazione e disponibilità all’incontro, rispetto ad altre situazioni in cui mi sono trovata in passato e questa cosa mi è piaciuta. L’altro lato della medaglia è che ci può essere meno privacy, ma a noi non ha pesato minimamente.
Uno dei punti interrogativi più grandi, per una neofita, era l’utilizzo dei bagni in comune per un periodo prolungato: sarebbe stato fastidioso? Premesso che i bagni sporchi non piacciono a nessuno, nel nostro caso non è andata male e per quanto mi riguarda, il fatto di non avere il bagno in camera non è stato fastidioso. Ho ovviato alla innata abilità di scordarmi sempre le cose essenziali in tenda (tipo la carta igienica o lo spazzolino da denti) ficcando tutto in una borsa di plastica che portavo ogni volta con me al blocco servizi. Coi bambini abbiamo usato pure i tanto dileggiati copri water. Anche andare a lavare i piatti…in compagnia mi è piaciuto: l’ho trovato rilassante. Così come la passeggiatina per arrivare ai servizi.
Insomma, non è stata solo una pausa dal lavoro, è stata anche un’esperienza stimolante, che mi ha rimesso positivamente in discussione: chi ha fatto campeggio in tenda da bambino, con la famiglia, ha ovviamente familiarità con questo mondo e col modo opportuno di fare le cose, in questo contesto; chi manca di questa esperienza deve partire da zero. Devo senz’altro ammettere che avere accanto un ex baby campeggiatore, con oltretutto un’indole pratica, una buona manualità e spirito di iniziativa, è stato decisivo: non so quanto sarei andata lontano, io da sola con le mie bacinelle chiudibili e la mia inventiva zero davanti ad un fornelletto da campeggio.
Adesso siamo tornati da poco, mio marito lo vedo soddisfatto della vacanza come mai finora e già sto sognando dove andremo in tenda l’anno prossimo! Se il tempo lo consente, prima della fine dell’estate faremo una mini uscita in qualche posto non lontano da casa. Insomma, è nata una nuova famiglia di campeggiatori, e ne siamo tutti felici...beh, i miei figli pensavo lo sarebbero stati di più: dopo questa vacanza, a loro piacerebbe la casetta di legno (leggi bungalow) o il camper (cioè il Westfalia di una famiglia con cui abbiamo fatto amicizia): il giusto contrappasso, dopo la mia conversione a “tendarola”.
Un saluto e un ringraziamento a tutti voi del forum; è qui che ho letto: “In campeggio le manie lasciano lo spazio alla libertà”.
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